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Friday, March 16, 2007

Liberismo all'italiana?

Partendo dai sorprendenti dati del boom spagnolo, Francesco Giavazzi ha spiegato, oggi sul Corriere, che si può crescere in due modi: «Aumentando la produttività di chi già lavora, o portando più persone nel mercato del lavoro».
«... troppo spesso le discussioni sulla crescita partono dall'assunto che non si cresce se non si investe di più in tecnologia e innovazione, e finiscono con la richiesta di sussidi pubblici alle università e alle attività di ricerca e sviluppo. L'esperienza spagnola dimostra quanta strada si possa fare semplicemente lavorando di più. Osservata da questa prospettiva l'Italia ha un potenziale di crescita ancor maggiore della Spagna, per il semplice motivo che lavoriamo di meno. Il nostro tasso di partecipazione è oggi quello che era in Spagna dieci anni fa. È uguale al tasso messicano e fra i Paesi dell'Ocse solo in Turchia la partecipazione al mercato del lavoro è più bassa che in Messico e in Italia».
La maggior parte dei nuovi posti di lavoro creati in Spagna sono contratti a tempo determinato, il 30% di tutti i posti. Ci si chiederà se «davvero vogliamo imitare la Spagna ed allargare ancor più il numero di lavori precari», a causa dei quali «i giovani attendono a lungo prima di formare una famiglia e non nascono più bambini».

Siccome impedirli non vorrebbe dire trasformare magicamente quei lavori in «lavori stabili», ma «semplicemente farli sparire», la soluzione, alla precarietà e alle disuguaglianze, «è la mobilità». «I giovani, e non solo loro, sempre più troveranno posti precari: il problema è come aiutarli ad uscire dal circolo vizioso del precariato. Questo richiede mobilità sociale, cioè meritocrazia e buone scuole».

Esiste un liberismo all'italiana che va da Baffi e Einaudi a Monti e Draghi, fino a Giavazzi e Alesina? Dario Di Vico ritiene di sì e lo chiama liberismo che convince, ma che finora non ha vinto.

1 comment:

Anonymous said...

Di Vico ha perfettamente ragione anche sul comportamento dell'opposizione riguardo il decreto sulle liberalizzazioni

ciao Paolo :)