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Wednesday, March 28, 2007

Niente scuse: il Papa vuole divisioni, non pecorelle

Non c'è più mission

Diffusa l'annunciata nota «impegnativa» della Cei sulle unioni di fatto rivolta ai parlamentari cattolici. Nulla di nuovo, se nelle parti salienti si ricorre a citazioni che risalgono al 2002 e al 2003, ma viene tolto ogni alibi: la Cei ricorda che i cattolici se vogliono essere tali sono tenuti ad obbedire al magistero della Chiesa. In questo caso - guarda un po' - nessuna obiezione di coscienza è ammessa.

Si ribadisce che la legalizzazione delle unioni di fatto è «inaccettabile sul piano di principio, pericolosa sul piano sociale ed educativo». Si ricordano le affermazioni «precise» della Congregazione per la Dottrina della Fede, secondo cui, nel caso di «un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge» (2003). E pertanto non «può appellarsi al principio del pluralismo e dell'autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettano o che attenuino la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali per il bene comune della società».

Parlamentari cattolici sempre più eterodiretti dai vertici di uno Stato estero. Non si tratta più di prestare ascolto a richiami di principio, ma di eseguire gli ordini dettati da oltretevere. La militarizzazione del «gregge».

Non c'è più mission.

10 comments:

Anonymous said...

Punzi sei il solito, cambi le carte in tavola. La nota è impegnativa per coloro che si professano cattolici. embè? La Chiesa non è mica una direzione dei radicali dove si tradisce l'amico e si piange sull'arroganza dei forti verso i deboli (in voti, tessere e soldini): E' una istituzione monocratica, chi non concorda si affilia a qualche setta protestante, si fa buddista, agnostico o radicale. Punto. L'obiezione di coscienza contro la coscienza stessa. Dalla presunzione al patetico ... il passo è breve.
fg

Anonymous said...

Fausto mi sa che non capisci una bella sega, oppure sei in malafede e fai finta di interpretare alla lettera.
Nulla da dire se l'ammonimento è rivolto a un vescovo del cazzo che decida di andare contro gli insegnamenti a cui ha prestato giuramento, fede o quant'altro. Ma questa papessa omosex sta sfacciatamente provando a influenzare, a ricattare moralmente i parlamentari di uno stato laico, che dovrebbero votare provvedimenti secondo coscienza, ma soprattutto secondo i principi costituzionali basati sulla separazione fra potere spirituale e temporale (sai che c'è stata già tempo fa, no, questa separazione?)
E i parlamentari dal canto loro che fanno? Si cagano sotto, pore bestie, scudisciate da quella orrenda matrona tedesca. L'obiezione di coscienza riguarda semmai i membri della Chiesa, non un parlamentare, che è vincolato solo dai principi della Costituzione, nei quali, tra l'altro, non sono espressamente vietati non solo l'unione fra due persone dello stesso ma perfino il matrimonio.
Certo, la Chiesa non è una direzione dei Radicali, ma i parlamentari non fanno parte del conclave. Studia figliolo, che la prossima volta ti boccio!

Anonymous said...

Punzi (e quel volgarotto di adriano) non capisce che la Chiesa richiama i politici cattolici proprio alla coerenza verso la propria coscienza "rettamente formata".

Siccome il Punzi pensa che tutto si possa decidere a maggioranza, che non ci sia nulla di vero in maniera definitiva, ma che tutto sia adattabile a seconda dei tempi e delle culture, è ovvio che non capisce come sia assurdo invocare l'obiezione di coscienza per andare contro qualcosa che la coscienza rettamente formata non può fare a meno di riconoscere come vero.

Leggetela bene la nota e cercate di capire cosa c'è scritto prima di sbavare bile sulla tastiera.

Una parola impegnativa ci sentiamo di rivolgere specialmente ai cattolici che operano in ambito politico. Lo facciamo con l’insegnamento del Papa nella sua recente Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum Caritatis: «i politici e i legislatori cattolici, consapevoli della loro grave responsabilità sociale, devono sentirsi particolarmente interpellati dalla loro coscienza, rettamente formata, a presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondati nella natura umana», tra i quali rientra «la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna» (n. 83).

E per concludere, ecco gli "ordini" impartiti ai politici cattolici "eterodiretti dai vertici di uno Stato estero" (peccato che la Cei sia la Conferenza Episcopale ITALIANA):

Comprendiamo la fatica e le tensioni sperimentate dai cattolici impegnati in politica in un contesto culturale come quello attuale, nel quale la visione autenticamente umana della persona è contestata in modo radicale. Ma è anche per questo che i cristiani sono chiamati a impegnarsi in politica.

Affidiamo queste riflessioni alla coscienza di tutti e in particolare a quanti hanno la responsabilità di fare le leggi, affinché si interroghino sulle scelte coerenti da compiere e sulle conseguenze future delle loro decisioni.

JimMomo said...

Mauro, prima di tutto ti invito a moderare il linguaggio. Altrimenti la prossima volta cancello il tuo commento.

Nel merito, vuoi forse negare i passaggi che ho riportato nel post?

Leggiti come parla della nota "Il Foglio" in prima pagina. Non una semplice esortazione di principio, ma un ordine - ovviamente solo per chi vuole dirsi "cattolico" - volto a togliere di mezzo scuse e alibi: "bisogna votare no".

Certo che è uno Stato estero, o vuoi negare anche questo? Dunque, non può ordinare ai parlamentari della Repubblica come votare: "Ciascuno nel proprio ordine indipendente e sovrano". Dare degli orientamenti morali e di principio, si può anche ammettere, ma dettare il comportamento di voto ai rappresentanti eletti è ingerenza di uno Stato negli affari interni di un altro Stato. Peccato che la nostra classe politica sia così prona da non reagire.

Infine, ti rendi ridicolo insistendo sulla coscienza "rettamente formata". Se invece la coscienza porta a concludere altro dalla nota non è più "rettamente formata". E chi giudica se sia formata in modo retto o no? Trattandosi della coscienza direi l'individuo e non una nota vescovile. Altrimenti dove va a finire la coscienza?

Concludo con gli interrogativi emblematici di Azioneparallela: ma "un politico cattolico si può prendere almeno la libertà di condurre una ricerca empirica in argomento? Poiché nella Nota i vescovi italiani affermano che "la legalizzazione delle unioni di fatto [è] inaccettabile sul piano di principio, pericolosa sul piano sociale ed educativo", un politico cattolico si può prendere la libertà, dal momento che nella nota si trovano solo le impeccabili considerazioni di principio, può prendersi la libertà di condurre qualche verifica in punta di fatto della pericolosità sul piano sociale ed educativo di una legge simile? Può prendersi la libertà di verificare se, nei paesi in cui è stata introdotto qualcosa di analogo ai Dico, e persino, a Dio piacendo, di più avanzato, la situazione sociale ed educativa s'è fatta o si sta facendo veramente intollerabile e pericolosa? Oppure l'inaccettabilità di principio esclude a priori che in quei paesi l'introduzione di norme che legalizzano le unioni di fatto possa non avere messo in pericolo la società e l'educazione delle future generazioni? Per capire: se conduco uno studio sull'argomento, in Francia, cosa trovo, a conferma o eventualmente (se l'eventualità è contemplabile) a smentita della Nota dei vescovi?"

Mauro, almeno non spacciateci questo autoritarismo clericale come liberale, per favore.

Anonymous said...

Infatti, non se ne può più di cattolici che hanno l'insolenza di definirsi liberali. Se uno è parlamentare della repubblica italiana, non può nell'esercizio della sua funzione prendere ordini dalla Chiesa, altrimenti è eversivo. E in quel caso torniamo al XVII secolo, a Cromwell e all'obbligatorietà se essere cattolici o italiani. Per qunato riguarda la libera coscienza, è un'altra cosa, non c'entra nulla con nessuna nota e può condurre anche dove il papa non vuole

Anonymous said...

L'invito a moderare il linguaggio dovresti farlo al conte adriano...
e consigliagli un farmaco contro i travasi di bile. ;-)

Cosa ci azzecca l'accenno "liberale"?
La Chiesa non è mica una democrazia. Ma io sono libero di aderirvi (o no) e di considerare i vescovi competenti in materia di morale, quindi di tenere conto dei loro suggerimenti per formarmi una "coscienza retta".
Un altro cattolico non la pensa così? Farà i conti con la sua coscienza.
Amen.

In quanto ad autoritarismo, immagino che te ne intendi, frequentando Pannella... ;-)

Comunque i richiami fatti dai vescovi ITALIANI in tema di famiglia (citando tra l'altro la Costituzione ITALIANA) sono condivisi anche da tanti non credenti, essendo semplicemente ragionevoli.
Ciao

Anonymous said...

no, se sei un parlamentare non hai il diritto di considerare i vescovi competenti in nulla che abbia a che vedere con il legiferare. Altrimenti dovremmo accettare l'idea che il pensiero religioso, qualunque pensiero religioso, possa stare tra le fonti di legge. Cosa che non è in nessuno stato laico del mondo, tranne questo la cui laicità soffre da sempre, specie ora. Quindi, in queste condizioni, è giusto trattare il papa e i cattolici come nemici della laicità, la cui differenza rispetto agli ayatollah iraniani, è quanititativa, non qualitativa.

Anonymous said...

ma questi blogger radicali fanatici non fanno niente tutto il giorno e scrivono solo sul blog? e magari li foraggia lo stato con qualche sovvenzione pubblica (tipo alla patetica radio radicale, pagata da tutti noi per essere sommersi dai discorsi di pannella&C). che pena...
marco

Anonymous said...

Caro Mauro

Il mio linguaggio, forse, ha utilizzato un organo sessuale maschile di troppo, tuttavia mi sembra più colorito che altro. Perdona la mia veracità un po' da vasciaiola, sai, sono abituata ai vicoli di Forcella.

Tuttavia dire papessa teutonica o papessa evidentemente omosex mica è un'offesa, lei lo è veramente omosex, è talmente lampante. Vuoi smentire il fatto che è felicemente fidanzata con George il bel segretario? I due piccioni si amano. Dove sta il linguaggio offensivo? Anche tu temi l'amore e lo ritieni volgare? Solo che lei può amare il suo bel gagliardo, mentre a noi vuole impedire di amarci; ti pare giusto?

Guarda che tutto questo casino lo sta facendo perché è invidiosa. Pora cocca. Avida e vanagloriosa.

Sono stato volgare caro Mauro?

Grendel said...

In nostro gino (Mauro) parla di coscienza "rettamente formata". Sarebbe interessante chiedere al gino (Mauro) cosa si intende per "coscienza rettamente formata". Forgiata? Manipolata? Condizionata? Una tal fatta coscienza può riconoscere come "vero" qualsiasi cosa. Se la CEI dichiara che il piscio è birra, la "coscienza rettamente formata" del nostro gino (Mauro) probabilmente si prenderà delle gran sbronze.
Il Punzi pensa che tutto si possa decidere a maggioranza. E ha ragione, visto che siamo in una democrazia parlamentare, tutto si decide a maggioranza. Ma forse il gino confuso (Mauro) crede di essere nello stato pontificio o nell'Iran degli Ayatollah, dove le decisioni vengono prese da una minoranza di fattucchiere dalla sessualità quantomeno confusa.
Sulla prima citazione mi piacerebbe che Mauro e i gini come lui ci spieghino cosa ne sanno degli eunuchi vestiti di sottane di "famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna". Al limite quelli se ne intendono più di bambini...
Con che diritto una religione misantropa (come tutte le religioni) blatera di "valori fondati nella natura umana"? Quali valori? La famiglia (quella che ammazza più della mafia, per inciso)? La religione, che ovunque sia o sia stata al potere, ha sistematicamente calpestato ogni diritto fondamentale?
Il gino (Mauro) ci parla di "qualcosa che la coscienza rettamente formata non può fare a meno di riconoscere come vero.", quando la stessa chiesa cattolica stessa non si è mai fatta scrupolo di mentire, di falsificare, di manipolare e di condannare coloro che a ragione le davano torto (a proposito di libertà di coscienza, ti sovviene un certo Pelagio?).
La CEI sarà anche italiana, ma non può prescindere dal volere del papa che è, de jure e de facto, capo di stato straniero.
Ridicolo poi l'accenno a "la visione autenticamente umana" da chi ha fatto, platonicamente, dell'oltremondo il fine ultimo della vita.
La ciliegina sulla torta è poi quel "affinché si interroghino [...] sulle conseguenze future delle loro decisioni." In puro stile "Don Vito Corleone".

"Cosa ci azzecca l'accenno "liberale"?"
Non eri tu che sostenevi che si può essere cattolici e liberali?
"La Chiesa non è mica una democrazia."
Appunto, vedi che è una buffonata? E chi fa buffonate è...?