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Sunday, March 11, 2007

Noi che pensiamo che «l'importante sia lavarsi»

Alessandro De Nicola, sul Sole 24 Ore di oggi, mi pare rappresentare in modo chiaro e semplice una lettura di cui sono profondamente convinto della realtà politica di fondo italiana, europea, occidentale dell'oggi e dell'immediato futuro. Che significato politico hanno oggi, e avranno nell'immediato futuro, le etichette "destra" e "sinistra"?

«I confini sono ormai così labili...», osserva. La rivista inglese Prospect ha chiesto a cento intellettuali «che significato avranno nel XXI secolo le parole Destra e Sinistra e se sarà ancora questa divisione a definire le diverse visioni del mondo».

Molteplici gli spartiacque dai quali dipenderanno i destini del mondo: global-local; secolarismo-fondamentalismo; totalitarismo-democazia; tecnocrazia-umanesimo. Tutti fondati e stimolanti, ma De Nicola è convinto che quello più in grado di spiegare la realtà culturale e politica in cui viviamo l'abbia individuato l'economista Irwin Stelzer, che parla di «markets vs ministers», «liberalismo contro autoritarismo». Infatti, spiega De Nicola, «Destra e Sinistra possono conservare un appeal emotivo per le quadrate legioni di Storace o della Mussolini o per le masse "revolucionarie" di Bertinotti e Diliberto, ma hanno sempre avuto una capacità descrittiva molto minore di concetti quali individualismo e collettivismo (o comunitarismo)».

Dunque, «la tensione interna alle società moderne è tra coloro i quali propugnano la maggior libertà possibile per gli individui, la loro responsabilità nelle scelte economiche, politiche ed etiche, e chi invece pensa, per motivi razziali, di appartenenza di classe, intellettuali (i filosofi-re di Platone) che spetti a un'élite, anche se democraticamente eletta, indirizzare, istruire, comandare il resto della popolazione. Chi ha questa mentalità dirigista può desiderare una maggiore eguaglianza economica (i socialisti e i comunisti), o una rafforzata identità culturale, razziale o religiosa: chi vi si oppone ha in mente solo la forza della libertà».

Una cosa è certa, a sentir discutere su cosa sia di "destra" e cosa di "sinistra", «sembra di risentire la parodia della canzone di Giorgio Gaber sulla doccia di sinistra e il bagno di destra. Io - conclude De Nicola - ho sempre pensato che importante fosse lavarsi».

3 comments:

Anonymous said...

Semplificazione estrema ma molto condivisibile. D'altronde "il di più vien dal maligno".

Si parlava qualche anno fa di "radical center" presente, anche inconsapevolmente, in molti Paesi dell'Occidente e non solo.
Non poteva essere inquadrato nelle vecchie categorie dello scorso millennio.
In Italia è molto frustrato, nonostante sia molto "volenteroso".

Forse conosci già questo: http://www.theadvocates.org/quiz.html

Anonymous said...

Appunto !
A quanto pare la sinistra è un'istituzione che che si occupa a tempo pieno di estendere l'eleco dei suoi diritti che devono essere obbligatoriamente soddisfatti dagli altri.
Per altri intendono "destra".
La vera destra basa la sua esistenza sull'osservanza dei propri doveri, compreso quello di garantire i diritti degli altri.
Ma se questi diventano esorbitanti, quando la destra non ce la fa più a soddisfarli e comincia a chiedersi "chi me lo fa fare", si sposta a sinistra, formnando cosi quella sinistra universale (es. comunismo) che sfocia nella bancarotta.
La salvezza può venire da un intervento tempestivo di un Reagan, una Tatcher e, anche se non certo auspicabile, perfino da un Pinochet

Anonymous said...

De Nicola fa un bel discorso conservatore, alla Goldwater, che affermava "Il conservatore giudica la politica l’arte di conquistare la massima somma di libertà per gli individui, salvando al tempo stesso l’ordine sociale".
'sto De Nicola mi è sempre piaciuto...