«Quelli di Tienanmen erano veramente dei ragazzi poveretti, sedotti da mitologie occidentali, un poco come quelli che esultarono quando cadde il muro; ma insomma, erano dei ragazzi che volevano la Coca-Cola».
Edoardo Sanguineti (La7, 21 gennaio)
Sono un «poveretto» anch'io... coca cola sì, coca cola... a me mi fa impazzire...
9 comments:
Dopo questa sparata fra il pauperista ed l'autarchico, aspetto la riemersione del complotto demoplutogiudaicomassonico. Partito comunista, arrivato nazipaleolitico della peggior risma.
vabbé...ad una certa età si rincoglionisce tutti.
io ho schifo di quel signore rinsecchito...ma tanto per bene, come tutti i comunisti.
se egli è l'archetipo dell'odio comunista...o di classe come il medesimo dice...quest'altro bel comunistaccio qui...è il paradigma dell'inganno comunista.
stronzi entrambi.
<< Compagno truffatore prende i soldi e fugge ai Caraibi >>
TG5 delle ore 20,00 - lunedi 22 gennaio 2007.
È fuggito all'estero con due milioni di euro truffati a parenti, amici, colleghi e a esponenti della politica locale. Gianluca Merchiori, 40 anni, ex segretario di Rifondazione comunista di Ferrara è fuggito ai Caraibi. Alle vittime proponeva di investire i loro risparmi in un fantomatico fondo militare americano. L'uomo diviso tra l'insegnamento scolastico e una società di brookeraggio a Vienn, in Austria, consigliava persino di ipotecare la casa, promettendo interessi da capogiro, oltre il dieci per cento ogni tre mesi. I primi tempi tutto regolare, poi le prime difficoltà. E alle prime richieste di rimborso l'uomo è fuggito al sole dei Caraibi. I compagni di Rifondazione sono caduti dalle nuvole. Nella trappola degli investimenti facili sono rimasti intrappolati numerosi politici di destra e di sinistra. Gianluca Merchiori ha inviato una lettera ai suoi ex clienti. "Sono in un posto caldo, ma vedrete rimborserò tutti." È stato, ovviamente, denunciato.
come dire...la coca-cola costa!!!
il comunismo è abominio.
ciao.
io ero tzunami...
ripeto: chi vuole intitolare una strada o un viale o una bella piazza o una stazione o un porto o fate voi.... a Fidel?
Dal mio punto di vista considero Sanguineti uno dei più grandi bluff della letteratura italiana dello scorso secolo.
Il fatto è che lui è così 'adirato' perché sa di essere una nullità dal punto di vista poetico e che è andato avanti solo grazie ad amicizie potenti che gli hanno permesso di pubblicare con grandi editori; se fossimo stati in un Paese civile sarebbe stato relegato nel mare magno degli invisibili costretti ad arrabbattarsi con editori sanguisughe che per pubblicare fanno sganciare fior di danaroni.
La sua uscita è stata decisamente ignobile. Sintomatica della sua putrefazioni mentale. Oggi arrivata a livelli di guardia. Il problema però non è lui, quanto chi lo invita in TV a parlare. O chi lo fa ancora scrivere.
Un poveretto sara' lui!
(E oggi, per protesta, Coca Cola e Starbucks: sono a Londra(
Forse è vero.Erano dei poveretti cui sembrava normale essere liberi di scegliere cosa bere, magari anche una Kapitalistica KokaKola...
A Sanguinè: comodo fare il comunista in Italia: dovevi andare in Cina o in Russia ai bei tempi di Mao o baffone...ma forse li la Coca Cola non potevi bertela, compagno!
Luca
Sanguineti è solo un vecchio rottame come tanti altri, tipo Giulietto Chiesa che si entusiasma ancora del riarmamento russo....
che pena!
Vorreste negare che dopo la caduta dell'URSS qui in Europa occidentale il liberismo non abbia trionfato sul sistema keynesiano? Che il capitalismo privato si sia sentito più libero di estendere la propria influenza?
Sanguineti ha un po' di ragione. Secondo me in parte quella dei giovani che manifestavano era voglia di libertà, in parte voglia di arricchirsi. Non mi sembra una cosa così illogica. Molti di quelli che sostengono il contrario lo fanno non per una propria presa di coscienza ma perchè così è stato fatto intendere loro dai media e dal pensiero dominante (egemonia culturale).
Sanguineti è un compagno tutto d'un pezzo, le minacce di mandarlo in Corea del nord non gli fanno certo paura e non gli farebbe certo paura una permanenza.
E rilancio con Rizzo: "Abbattimento della statua di Lenin a Kiev. La stessa folla di troie, papponi e rampanti che gioivano a Berlino e Mosca nel 1989/91".
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