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Tuesday, January 23, 2007

Altro che riforma, un attentato alla Pubblica Amministrazione

Il ministro della Funzione pubblica NicoalisPietro Ichino è tornato, lunedì sul Corriere, su quello che sempre più si sta configurando come un vero e proprio attentato alla Pubblica Amministrazione. Il "memorandum" Governo-Sindacati per la sedicente riforma del pubblico impiego.

Dietro la facciata, la generica enunciazione delle parole chiave «valutazione» ed «efficienza», Ichino denuncia la sostanza di una «cogestione sindacale dei poteri pubblici». Addirittura, secondo il memorandum, la stessa riorganizzazione degli uffici «è oggetto di preventiva concertazione con le Organizzazioni sindacali».

Tutto dev'essere «concertato», non con il singolo lavoratore, ma con i Sindacati. Non solo la mobilità e i controlli "qualità". Il sistema della contrattazione sindacale interviene persino - incredibile! - nell'affidamento e nella rotazione delle funzioni dirigenziali. Si introduce così un regime di «sostanziale cogestione» Governo-Sindacati della Pubblica Amministrazione.
«Davvero governo e confederazioni sindacali credono che un ampliamento del già estesissimo ruolo del sindacato nella gestione della cosa pubblica possa favorire, anzi garantire, una maggiore responsabilizzazione dei dirigenti in questo settore, un più efficace e incisivo esercizio dei loro poteri?»
Ichino si preoccupa dell'efficienza di queste scelte, ma forse per i suoi trascorsi sindacali non percepisce fino in fondo la gravità di ciò che sta avvenendo e di cui ha scritto.

Se questo "memorandum" dovesse diventare legge sarebbe un ulteriore passo verso la corporativizzazione del nostro Stato. Peggio. Sarebbe una legge dagli aspetti palesemente anti-costituzionali, perché violerebbe i principi costituzionali dell'«imparzialità dell'amministrazione» (art. 97, comma 1) e dei dipendenti pubblici «al servizio esclusivo della Nazione» (art. 98, comma 1). Se, infatti, Governo e Sindacati «cogestiscono» la Pubblica Amministrazione, contrattando su mobilità, organizzazione e funzioni dirigenziali, l'esito non potrà che essere la lottizzazione e l'occupazione del potere da parte di organizzazioni, partiti e sindacati, che per quanto svolgano un ruolo pubblico riconosciuto, rimangono private, «di parte».
Vedremmo accentuarsi in modo definitivo quella tendenza, in verità già in atto nel pubblico impiego e negli enti parastatali, per cui progrediscono in carriera, per quote, i "protetti" dei vari partiti e sindacati, mentre l'etichetta del "fannullone" rischia di venire affibbiata agli elementi "scomodi", troppo indipendenti.

Un'amministrazione così gestita non potrebbe certo essere «imparziale». E un dirigente le cui funzioni, mobilità e carriera dipendono dalla spinta di un partito o di un sindacato non potrebbe certo essere «al servizio esclusivo della Nazione».

Un esercito di funzionari "promossi" dai Sindacati nelle contrattazioni è pronto a invadere l'amministrazione, che così occupata rimarrebbe leale a quelle organizzazioni anziché allo Stato, anche ostacolando e sabotando le politiche dei governi democraticamente eletti. Un pericolo concreto per la democrazia. Ma per un ministro che si rendesse responsabile di un simile provvedimento non ci sarebbero gli estremi per essere posto in stato d'accusa dal Parlamento?

2 comments:

Anonymous said...

E dei Deputati radicali che votassero un provvedimento simile.... che cosa diremmo?
E del Ministro Bonino che fa parte di un Governo simile che diremmo?
E del Presidente della Comm.Att.Prod. che diremmo?

Mentre scatta in queste ore all'unisono la nuova offensiva antioccidentale, antiliberale ed antidemocratica (Libano, Afghanistan, Somalia, ...per ora) i Radicali coabitano orgogliosi e imperterriti in un governo pavido e debole, capace solo di opportunismi piuttosto che di cogliere opportunità di vera modernizzazione e riforma, un governo iperstatalista capace solo di produrre nuovi ulteriori lacci e lacciuoli alle componenti più dinamiche e volenterose della società, completamente succube dei residui potenti del fu PCI declinato tra Sindacati, CGIL in primis, e fazioni dell'estremismo di sinistra.

Davvero un bel quadretto di poltrone, poltrone e pensioni profumatissime per soli due anni e mezzo di poltrone...
Cazzo che Radicali!!!

Anonymous said...

Definire deprimente il quadro che hai disegnato, credo sia poco. Avvilente poi, che si voglia spacciare questa riforma della P.A. come rivoluzione posta in essere per migliorarne l'efficienza.