Lo dicevamo, che quel che più importa della nuova strategia per l'Iraq annunciata da Bush è la decisione, finalmente, di affrontare a «muso duro» le ingerenze destabilizzanti iraniane nel paese. E, quindi, più in generale, contrastare anche con la forza militare - ma non solo - le mire egemoniche di Teheran sull'intera regione. Se ne è accorto anche Kissinger, che ha definito «coraggioso» il piano di Bush e posto l'accento sulla più rilevante novità sul piano strategico: è nell'«interesse nazionale americano impedire alla combinazione iraniana di ideologia fondamentalista e imperialista di dominare una regione dalle cui forniture di energia dipendono le democrazie industriali».
Nei giorni scorsi, a conferma di tutto ciò, il Washington Post ha rivelato che gli ordini del presidente sono chiari: fermare o uccidere gli agenti iraniani in Iraq. Era ora.
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