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Sunday, January 28, 2007

Fermare il liberticida ddl Mastella!

«Una legge per sancire che chi scrive è responsabile delle azioni altrui».

E' inquietante che dietro l'alibi di censurare il negazionismo, ma senza neanche citarlo, il ddl Mastella varato dall'ultimo Consiglio dei ministri reintroduca in realtà il reato d'opinione. Non circoscrivendolo a un'opinione in particolare, che già sarebbe grave, ma allargandolo a un ventaglio di opinioni la cui ampiezza è di fatto lasciata all'arbitrio della magistratura e al clamore del caso.

Da «propaganda» e «istigazione» divengono reato i ben più generici «diffusione» e «incitamento». Il ddl punisce «ogni forma di esternazione concernente la superiorità e l'odio razziale che assuma caratteristiche di diffusività nell'ambito del tessuto sociale», ma «intende proclamare un principio di valenza generale, sancendo l'equivalenza tra le discriminazioni causate da motivi razziali e quelle causate dall'identità di genere o dall'orientamento sessuale delle persone».

Una genericità pericolosa, «le esternazioni punibili divengono sulla carta infinite», avverte Filippo Facci, che va al cuore del problema:
«Vi è da ritenere, realisticamente, che la libertà d'espressione rimarrà quella di sempre, ma nondimeno che l'insorgere di particolari conseguenze potrà spingere a individuare e punire via via qualche causa. Ossia: se ci sarà esplosione puniranno la miccia, se non ci sarà non la puniranno. Ossia: scriveremo le cose di sempre, faremo le vignette di sempre, ma se qualcuno poi andrà in piazza la colpa diverrà nostra, perché sarà la conseguenza a definire penalmente la causa. Questa nuova legge, per esperienza italica e in parte europea, sancisce che saremo potenzialmente responsabili delle azioni altrui».
Per non passare da censori di una sola, pur esecrabile, opinione (il negazionismo), si finisce per essere censori di un campo potenzialmente sterminato di esecrabili opinioni. Molto meglio la scelta di diversi paesi europei, meno limitativa nei confronti della libertà d'espressione, di introdurre il reato di negazionismo, o quella dei nostri costituenti di vietare (in via transitoria) la ricostituzione del partito fascista e l'apologia del fascismo. Sempre di un limite alla libertà d'espressione si tratta, ma per lo meno è circoscritto a una sola opinione.

Dice bene Il Foglio:
«Nel caso di Mastella questa è una spiegazione, non una scusante: la sua legge ha perso letteralmente di vista il negazionismo per non mortificare la ricerca storica opponendole una verità di stato. Ma ha generato un'esplosione di universalismo dei diritti politicamente corretti: mentre vezzeggia tutte le identità astratte, rischia di rovesciarsi nella negazione della loro libertà concreta».
E' questa, ahimé, la nostra democrazia... Siamo pronti a mettere in carcere uno storico negazionista, qualche ragazzo che manifesta con la croce celtica, da oggi magari chi scrive che l'omosessualità è una malattia. E avremmo salvato, arrestandolo, il regista di Submission, Theo Van Gogh. Eppure, non siamo capaci di fermare l'unico che oggi è forse in grado di scatenare un nuovo olocausto: il presidente iraniano Ahmadinejad.

4 comments:

Anonymous said...

ho paura.

mentre in turchia la gente libera si riunisce al funerale di hrant dink per rendergli omaggio e per chiedere al governo di abrogare l'articolo 301 del codice penale turko, norma che punisce le offese all'identità turca e, quindi, anche chi osi parlare del genocidio perpetrato a danno degli armeni...in italia il mastellone nostro...vuole promuovere una norma fortemente oppressiva della libertà di pensiero e di espressione, una norma paradossalmente speculare a quella turca liberticida...poiché mentre in turchia non puoi affermare, in italia non puoi negare...

cose da pazzi e delle quali bisogna cominciare ad avere timore veramente!!!

bah...forse è solo che mentre la turchia sta cercando di entrare in europa...l'italia se ne vuole tirare fuori.

ripeto, cose da pazzi.


help!!!!


ciao.


io ero tzunami...

Unknown said...

una "Legge Mastella" potrebbe essere migliore del nome che porta? Se fosse stata in vigore negli anni '70, non oso immaginare l'impiego che una intellighentsja trionfante ne avrebbe fatto contro chiunque fosse colpevole di non-conformismo alla vulgata storica e politica del periodo.

Anonymous said...

Copio quel che ho scritto da Ventinove Settembre:

Apprendendo la notizia mi sono piuttosto depresso pure io. Ma se Retore ha ragione, e ad essere punita è l'apologia/istigazione e non la semplice negazione, allora mi trovo un poco sollevato.
La differenza è notevole: se grido in piazza solo "Tizio non è morto, quello nella bara è un manichino" non faccio del male a nessuno, e se qualcuno ci crede sono affari suoi; se poi ne deduce che deve andare in giro ad ammazzare i parenti di Tizio, l'idea non gliel'ho suggerita io.
Ma se grido "uccidete Caio!" allora Caio avrebbe qualche ragione di prendersela con me, perchè se non sono un idiota so benissimo che esistono pazzi capaci di prendermi sul serio... È come lasciare una cassa di nitroglicerina per strada con scritto "Tirami un calcio!".
Questo per quanto riguarda l'istigazione (e le prediche di certi imam rientrano facilmente nella categoria). Per l'apologia non saprei, si tratta di una via di mezzo. Preferirei che non fosse vietata tanto per stare tranquilli, ma mi sembra che gridando "Lode a chi si fa esplodere in un supermercato!" si reca un danno non trascurabile a gestori e clienti di supermercati. Ci riconduciamo insomma al problema del plagio, che è un reato difficilissimo da identificare giuridicamente.
Ciò detto, di una cosa mi sento sicuro: se anche la legge si rivelasse filosoficamente e giuridicamente perfetta, non sarebbe certo per merito delle lunghe riflessioni e dei profondi studi di Mastella :)

whitedays said...

Condivido tutto, tranne la fine. Chi è in grado di scatenale un olocausto, e una guerra nucleare, è George W Bush, che possiede le armi di distruzione di massa più potenti del mondo, non Amadinejad, che il nucleare non ce l'ha nemmeno a momenti.